La psicologia del migrante. Disagi e sfide.
Ogni migrazione ha una storia differente, anche se mantiene degli elementi comuni a tutte le migrazioni.
In tutte le storie di migrazione sono presenti una 'scelta' ed un 'progetto di vita'. La scelta prevede la separazione dai propri cari, dal proprio paese, intriso di quella cultura, di quei valori e legami familiari, sociali e affettivi. Questo provoca una profonda scissione nella persona e nel suo equilibrio, sperimentando una situazione di incertezza, di sofferenza e di aspettative.
Quando il migrante arriva al nuovo paese, l'impatto ed il modo in cui gestisce questo iniziale momento, rappresentano importanti fattori nella facilitazione del passaggio 'dall'idealizzazione' dell'emigrazione alla sofferenza. In questo passaggio, la persona ha la possibilità di ridefinirsi nel suo progetto di vita 'nuova'.
Nel vivere questo doloroso processo di lutto, il migrante si incontra con la nuova cultura e lingua, sperimentando il famoso shock culturale. Così, comincia a mettere in atto una serie di meccanismi di difesa e repertori di conoscenza, per proteggersi dalle minacce esterne, percepite come pericolose, e per cercare di adattarsi a nuove situazioni e affetti. L'incontro di due culture, quella di provenienza e quella di arrivo, provoca un momento di grande significato psicologico, da cui possono nascere timori, disagi e crisi di identità.
Ho visto centinaia di migranti nel mio studio e vissuto insieme a loro questo doloroso processo. I principali sintomi sono: la tristezza, il pianto a volte incontrollabile, il senso di colpa nell'aver lasciato e fatto soffrire i propri cari, il rimorso, la tensione, ansia e fobie, attacchi di panico e preoccupazioni eccessive per i propri cari e nel prendere decisioni, la solitudine, l'insonnia ed i pensieri ricorrenti. Delle volte l'individuo che si trova a sperimentare alcuni di questi sintomi arriva delle volte persino a pensare che stia impazzendo o che non sia normale.
E' importante sapere che questo è un processo normale e che i disagi che ne seguono fanno parte di una transizione che non può essere priva di dolore. Per questo consiglio a tutti i migranti di intraprendere un percorso terapeutico, perché nel fare i conti con questo shock culturale si può arrivare o ad una vera e propria tragedia oppure ad un'evoluzione trasformativa ed una rinascita.
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